Mi distacco un momento da quella che è la nostra produzione standard, e cioè letteratura, non libri di testo. Si parla da diverso tempo di libri di testo elettronici. Chiunque ha un figlio che orbita nel periodo medie-superiori ne avrà sentito parlare.
A tal proposito cito un articolo recente:
http://punto-informatico.it/3810223/PI/Brevi/scuola-digitale-editoria-accessibilita.aspx
Il punto però trasversale che vorrei mettere in evidenza è un altro.
A parte il fatto che è sempre stato affermato che i fantomatici “tablet” che gli istituti metterebbero a disposizione, invece saranno probabilmente rimpiazzati in molte strutture con dei PC PORTATILI (notebook) da acquistare a CARICO delle famiglie… nemmeno con windows8 mi raccomando, vanno acquistati con l’obbligo del downgrade a windows7, perché ovviamente i requisiti tecnici per software e struttura dei libri risalgono ad una legge del 2008, e quindi già antiquati prima di diventare attuali.
Parliamo anche di salute? chi ha mai letto un libro in formato elettronico, sa quanto sia faticoso e deleterio per la vista. Stare troppe ore a LEGGERE (non guardare qui e la facebook e altro) su uno schermo TFT o LED (normali schermi dei computer o tablet) fa male. Chi ha provato sa che lacrimano gli occhi, e può insorgere un po’ di affaticamento, mal di testa, nausea in casi limite.
Tant’è che per la lettura elettronica sono invece perfetti gli e-reader (Kindle, Kobo, ecc) , che utilizzano una tecnologia detta “carta elettronica” su cui pare di leggere un libro vero e proprio: nessun fastidio, ma limitata interattività.
Quindi? I ragazzi obbligati a leggere ORE durante il giorno e a studiare addirittura su questi supporti, come verranno tutelati?
L’Italia non si smentisce mai per il “dilettantismo” nel proporre innovazioni. Siamo un popolo antico, una terra antica, e anche il cervello di tante persone è parecchio antico.
Concordo pienamente sulla definizione di “fantomatici” riferita ai tablet per gli studenti. Insegno in un liceo scientifico della provincia di Nuoro e sono in contatto con colleghi dislocati in altre scuole dentro e fuori dalla Sardegna. Mi risulta che la sorte comune sia stata quella di dover affrontare dei corsi di preparazione dispendiosi e inutili per una rivoluzione che, se c’è stata, è avvenuta a macchia di leopardo. La rivoluzione sarebbe consistita nell’avere a disposizione di tutti, insegnanti e alunni, in tutte le scuole, tablet e lavagne interattive. Un po’ ovunque invece, a quanto mi risulta, sono stati iniziati i lavori, ma in diverse parti le cose sono state lasciate a metà. I tablet, acquistati con fondi regionali, se mai arriveranno saranno a quel punto obsoleti. Intanto qualcuno ci avrà guadagnato e ad altri rimarrà la fortissima sensazione di un colossale raggiro. Concordo anche sul fatto che leggere su uno schermo è faticoso e, aggiungo, improduttivo.