«Marina arrivò alla stazione leggermente trafelata. Aveva passato tutto il pomeriggio di quel venerdì di novembre all’Università a ciclostilare volantini, anche se lei quella sera non ci sarebbe stata a distribuirli al turno notturno delle fabbriche. Ogni tanto doveva pur passare a casa il fine settimana, non tanto per i soldi che i suoi genitori le davano per stare a Bologna (visto che in parte se li guadagnava da sola lavoricchiando), quanto perché sennò si sarebbe sentita troppo in colpa verso di loro.»

Premurosi genitori dediti al lavoro e un eccentrico fratello compongono la famiglia di Marina, una protagonista insolita, una ragazza pacata e timida che tuttavia nasconde un cuore coraggioso.

 

Originaria della balneare Riccione, Marina trascorre la maggior parte del proprio tempo tra i banchi dell’Università di Bologna e le sedie che affollano l’Associazione per ciechi in cui ella veste i panni di lettrice.

È il 1968, come recita il titolo del romanzo, e l’intero capoluogo emiliano è pervaso da una febbre che infervora gli studenti e gran parte dei lavoratori, o almeno si spera, al fine di riuscire a ottenere maggiori diritti.

Marina, timida e pacata, prende parte attiva al movimento studentesco ma presto sarà costretta a disertare i propri compiti per portare a termine un’impresa ancora più grande, ancora più importante, almeno per lei.

Durante una delle tante giornate trascorse all’Associazione per ciechi, la nostra scorge nelle finestre del palazzo di fronte, una scena di violenza di un uomo nei confronti di una donna anziana, la madre, la stessa che Marina intravede pochi giorni dopo in attesa alla fermata dell’autobus poco distante dall’immobile.

A questo punto, la curiosità della giovane non lascia spazio alla timidezza e alla paura conducendo Marina direttamente nel covo delle vipere, è proprio il caso di dirlo, giacché si tratta dell’abitazione della sorella della donna offesa costretta a compiere un gesto estremo per riuscire a riconquistare la libertà e che sembra aver bisogno dell’aiuto di Marina per ritornare alla vita.

1968 è un tuffo in un’epoca che, forse, per tanti lettori appartiene a un passato molto lontano ma che la brillante penna di Dianella Bardelli fa rivivere con forza e colore nel nostro presente, un romanzo breve o racconto lungo da leggere tutto d’un fiato lasciandosi trasportare dalla fluente narrazione.

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Leggi le puntate precedenti:

Il sale della terra | James Lee Burke

Luce | Osvaldo Vernero

L’equivalente dei sogni | Davide Forte

Domina noctis | Enrico Faggioli

L’onda del movente | Giorgio Peruzio