«Per centinaia di anni i libri non le avevano [le copertine], poi sono arrivate l’era industriale e la necessità di vendere, rendendo un testo appetibile e riconoscibile ai clienti.»

Prendere in mano un libro perché attirati dalla sua copertina, oggi è un gesto che non desta alcun sospetto ma non è sempre stato così.

Infatti, quando ancora il mercato librario era a pieno appannaggio delle classi più ambienti della società, i libri venivano stampati da tipografi specializzati per poi essere consegnati all’acquirente che doveva farsi carico di rilegarlo e dare a esso una copertina secondo il proprio gusto.

Tuttavia, nel XVIII secolo le cose iniziarono a cambiare: il pubblico di lettori si fece sempre più vasto abbattendo le barriere delle corti signorili, le tecniche di stampa migliorarono diventando più efficaci e, legato a questo fenomeno, nei centri abitati, iniziarono ad aprire le prime librerie con libri a vista.

«Un banco di prova fondamentale per le copertine, infatti, furono i primi tascabili – i cosiddetti dimes novels americani o penny serials inglesi –, libri a basso prezzo e alte tirature stampati su carta economica.»

Giunti a questo punto, proteggere i libri avvolgendoli in brossure di carta e cartoncini color pastello si rese necessario, non solo per proteggere il libro stesso sottoposto a un maggior passaggio di mani, ma anche in vista di riuscire a incuriosire i lettori sempre più numerosi.

In breve tempo, dalle brossure di carta si passò a custodie in cartoncino aperte su un solo lato, ma questa soluzione risultò immediatamente troppo costosa e poco adatta ai romanzi d’appendice che si andavano diffondendo all’epoca, così si ripiegò su custodie sigillate con la ceralacca inutilizzabili una volta aperte.

Con l’arrivo del nuovo secolo, nonostante l’importanza commerciale delle copertine non fosse ancora chiara né ai produttori né ai librai, il numero dei lettori continuava a salire perciò si rese necessario aumentare la produzione abbassando il più possibile i costi.

Ecco dunque che si diffuse l’utilizzo di copertine rigide meno preziose e care di quelle in cuoio, pronte per essere ricoperte da quelle che, a partire dagli anni ’30 del XIX secolo vennero definite delle vere e proprie sovracoperte a protezione del contenuto del libro stesso.

Fu solo con la modernizzazione accelerata dalla prima guerra mondiale e l’espandersi della propaganda artistica e politica che il libro-oggetto divenne uno strumento d’intrattenimento e d’indottrinamento per un pubblico sempre più vasto.

«È uno scarto fondamentale, uno slittamento di enfasi che dal contenuto si sposta al contenitore.»

Le copertine divennero a tutti gli effetti uno strumento per parlare direttamente al lettore, una vera e propria seconda faccia del libro, che differisce a seconda della cultura e del momento storico di riferimento.

A esempio di quanto appena affermato, abbiamo pensato di proporvi il confronto tra le copertine originali e quelle da noi pubblicate dei romanzi facenti parte della collana UNOROSSO dedicata alla letteratura anglofona disponibili sul nostro SHOP ONLINE – vi basterà cliccare sulla copertina italiana per acquistare il romanzo!

[Le citazioni presenti nell’articolo sono state tratte da Cose spiegate bene. A proposito di libri, Iperborea]

  • Tracy Farr

 

 

 

 

 

 

 

  • Ashley Little

 

 

 

 

 

 

 

  • Marcie R. Rendon
 

 

 

 

 

 

 

  • James Lee Burke

 

 

 

 

 

 

 

  • Jason Starr