Cavallo Pazzo-L’uomo la storia il mito – Domenico Rizzi

13.30

La storia di Cavallo Pazzo come non è stata mai raccontata, con la scoperta delle sue debolezze, delle intemperanze e di un anticonformismo spinto all’eccesso che gli impedì di diventare ufficialmente il capo di una nazione. Trascinatore di uomini, ribelle alle convenzioni e convinto di dover obbedire ad un infau- sto destino che gli era già stato rivelato dagli spiriti, il fiero combattente degli Oglala fu tra i pochi a rendersi conto della minaccia rappresentata dai Bianchi e ad adottare una nuova concezione della guerra. Finiti i tempi in cui i Sioux si misuravano sul campo con i Crow, gli Shoshone, gli Assiniboine e i Pawnee per vantarsi dei propri successi, era iniziata l’era in cui occorreva uccidere il maggior numero possibile di avversari per arginare l’avanzata dei Wasichu, la gente dalla pelle chiara che intendeva impossessarsi delle terre occidenta- li: un sogno praticamente impossibile, che poneva poche migliaia di Indiani difronte a milioni di emigranti e colonizzatori. Ma la vita di Cavallo Pazzo non si svolse soltanto sui campi di battaglia, dove il suo ardore soffocava i tormenti interiori per non essere riuscito a sposare la donna amata, ave- re perso una figlia ancora bambina, un fratello e gli amici più cari. A tale crucci si aggiungeva la desolante immagine della disgregazione dei Teton o Lakota e perfino una spaccatura in seno alla sua stessa tribù, gli Oglala, divisi da invidie e rancori e incapaci di fare fronte comune contro l’Uomo Bianco. Il vero Cavallo Pazzo, celebrato soprattutto per la vittoria di Litt- le Big Horn contro il generale Custer aveva ben poco di quanto hanno narrato decine di pubblicazioni quasi sempre incentrate sullo scontro fra Americani e nativi. Combattente per anni contro tribù nemiche, non ricoprì mai cariche politiche né incarichi militari di rilievo, diventando suo malgrado un leader di fatto dei guerrieri più determinati e corag- giosi. Quando si arrese ai vincitori nel 1877, dovette difendersi sia dalla diffidenza dei Bianchi che dalla gelosia e dalle insinuazioni della propria gente, che lo spinsero all’ultimo fatale gesto di ribellione. La sua morte lo trasformò in un mito, che la gigantesca scultura in lavora- zione da anni in una montagna del South Dakota intende perpetuare quale simbolo intramontabile dei fieri abitatori delle Grandi Pianure.

Frontiere del West

5.0012.00

Già nei primi anni del Novecento, l’epoca delle pistole e dei duelli all’ultimo sangue sbiadiva ormai nel ricordo di questi personaggi, intorno ai quali il cinema avrebbe costruito le proprie fantastiche invenzioni… ma per molte figure storiche, la leggenda e l’immaginazione non sono sufficienti a fornire un quadro esauriente della loro complessa personalità.

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I segreti di Dunfield

12.00

Ripropone i personaggi già presenti nei primi due libri (“Le streghe di Dunfleld”, “I peccati di Dunfield”), impegnati nell’ultima, avvincente avventura nel New England del XVII secolo, alle prese con un inafferrabile Indiano – nemico di Francesi e Inglesi – che ha rapito due donne bianche. Il protagonista Nathan Whitman dovrà difendersi dai reiterati attacchi del perfido Nestor Bligh e dall’ostilità di un ottuso ufficiale britannico che si opporrà al suo temerario tentativo di liberare le prigioniere.

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Il cuore e la sfida-Storia e racconti di un’epopea – Domenico Rizzi

14.00

Una guida di carovane con un oscuro passato, contesa da due ragazze gelose; un caporale afro-americano disprezzato da un’aristocratica del Sud, moglie del suo comandante; un vicesceriffo federale innamorato della prigioniera che deve condurre a processo per omicidio; un uomo in cerca di una sorella rapita dai Cheyenne che si imbatte in una squaw della stessa tribù. Sono le trame dei racconti “La ragazza della carovana”, “Buffalo Soldier” e “Donna cheyenne”. Invece “La faida di Shawnee Fork” riporta ad una feroce contesa fra allevatori per l’utilizzo dell’unico corso d’acqua della regione, destinata ad un inevita- bile scontro armato, che sarà ancora una volta una donna ad interrompere prima che sfoci in tragedia. Il quinto racconto, “Il cuore e la sfida”, che dà il titolo all’intera antologia, rientra fra i classici della tradizione western, quel- lo dei pistoleri che si guadagnano da vivere uccidendo. Questa volta però, ci si trova di fronte ad un gunman pentito, che tenterà invano di rifarsi una vita più tranquilla con una bella ragazza messicana, prima che gli eventi lo spingano ad impugnare nuovamente le sue Colt, per riprendere la pericolosa esistenza di un tempo fino alle sue fatali conseguenze. Un libro che racconta il West della realtà, lasciando da parte la leggenda alimentata da cinema, letteratura e fumetti. Non ci sono eroi in queste cinque storie, ma piuttosto persone segnate dalla sorte, uomini innamorati di una donna o all’inseguimento di un sogno quasi impossibile e ragazze che si ribellano alle convenzioni e all’etica imperante del momento, sfidando la propria famiglia. Gli Indiani appaiono talvolta come vittime, ma anche come spietati incursori; i soldati dalla pelle nera obbediscono al loro ineluttabile destino, sperando in un giorno in cui saranno riscattati dalla misera con- dizione in cui versano; le donne relegate in un ruolo subordinato ai padri-padroni riusciranno a spuntarla, contrapponendo l’amore all’odio che ha diviso le loro famiglie in lotta. La pacificazione delle terre selvagge passa anche attraverso questi protagonisti dei quali la storia ufficiale non fa menzione, lasciando alle infinite invenzioni della leggenda il compito di narrarne le gesta.

La casa sul fiume del vento

5.0012.00

“La casa sul fiume del vento” raccoglie 7 racconti, alcuni in forma di romanzo breve, che si snodano in un arco di tempo di oltre mezzo secolo – dal 1853 al 1929 – mantenendo costantemente come sfondo il West americano e la sua evoluzione epocale attraverso figure maschili e femminili che la leggenda ha sempre relegato in secondo piano. Non si tratta infatti dei soliti stereotipi a cui la letteratura e il cinema ci hanno abituati, bensì di persone comuni, molto spesso donne, che hanno vissuto le loro vicende ai margini della storia ufficiale.

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La conquista delle terre selvagge (1800-1850) – Domenico Rizzi

13.30

La parte più importante della storia del West americano si concentra nel periodo fra il 1803 e il 1850, al tempo della corsa all’oro della California. Nel periodo intermedio, gli Stati Uniti esplorarono e conquistarono quasi tutti i territori situati tra il fiume Mississippi e la costa del Pacifico, incorporando la repubblica del Texas resasi indipendente dal Messico nel 1836, la California, l’Arizona e il New Mexico sottratti ai messicani con la vittoriosa guerra del 1846-48 e ottenendo dal Canada britannico l’immensa regione dell’Oregon. La grande avventura della conquista registrò nomi destinati a una fama immortale, quali Meriwether Lewis, William Clark, Zebulon Pike, John Colter, Davy Crockett, Jedediah Smith, Jim Bridger e Kit Carson.

La grande avventura del West

13.00

La grande avventura del West (che Rizzi ha dedicato allo scomparso Sergio Bonelli) è dunque una rilettura dell’intera storia della Frontiera (riepilogata nei primi 4 capitoli nei suoi elementi essenziali, ma spesso richiamata nei commenti successivi) attraverso le espressioni artistiche che l’hanno resa universalmente nota, affascinando per oltre un secolo intere generazioni e persone di ogni età.

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Prairie Dog Sunset

13.00

ll romanzo di Domenico Rizzi ci porta nell’epopea del West attraverso l’ambientazione e i personaggi che hanno fatto della frontiera un mito non solo cinematografico. Le avventure di Frank Lamar e quelle di una cittadina del Wyoming, ci fanno ripercorrere l’ascesa e il declino di un’epoca. Tutto il romanzo è incentrato sulla vita di un uomo che come molti uomini di frontiera ha l’unica ambizione di portare avanti l’esistenza in luoghi da colonizzare. Ed è così che gli uomini e le donne e i personaggi famosi del West si fondono in un grande romanzo corale.

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Sentieri di polvere

13.00

Sentieri di polvere ricostruisce, attraverso una rigorosa documentazione storica, il periodo cruciale delle guerre combattute fra l’esercito degli Stati Uniti e le tribù pellirosse del West, fra il 1865 e il 1890. L’autore affronta l’argomento con l’anticonformismo che ha già contraddistinto altre sue opere precedenti, respingendo spesso le conclusioni aprioristiche di molti storici e spazzando via i luoghi comuni in materia, per restituire alle loro giuste proporzioni i personaggi che, dapprima osannati da letteratura e cinema, sono stati poi ingiustamente denigrati da un revisionismo poco obiettivo.

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