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L’epurazione dei fascisti in Italia nel secondo dopoguerra – Edoardo Pivoni

Ben documentato, ampliato tramite fonti d’archivio e numerosissimi volumi e approfondimenti storiografici sulla giustizia penale, il dopoguerra, la società italiana, il fascismo e tanto altro, questo saggio non vuole affatto ricorrere alla retorica dei “buoni” o dei “giusti”, ma analizzare e affrontare con passione e interesse uno dei capitoli più centrali della storia nostra nazione.

«Se qualcuno, quando eravamo sulle montagne a condurre la guerra partigiana, fosse venuto a dirci che un bel giorno, a guerra finita, avremmo potuto essere chiamati davanti ai tribunali, per rispondere in via civile di atti che allora erano il nostro pane quotidiano, gli avremmo riso francamente in faccia», così scrisse il partigiano Dante Livio Bianco sull’offensiva giudiziaria e politica che l’esercito della Resistenza italiana subì nel secondo dopoguerra mentre buona parte dei criminali fascisti, di guerra e i maggiori esponenti del Ventennio colpevoli di svariati reati e sfuggiti a vendette e giustizie, vennero prosciolti dalla magistratura e altri rientrarono addirittura nell’amministrazione, disattendendo quella che doveva essere la rinascita sincera del nuovo Stato democratico.  Cos’è l’epurazione? Come ha funzionato durante e dopo l’armistizio, la guerra civile e la nascita dell’Italia repubblicana? Perché alcuni hanno parlato di epurazione “fallita”?

Autore

Edoardo Pivoni è nato a Piacenza il 20 maggio 1993.

Diplomatosi presso il liceo artistico Bruno Cassinari della sua città, si è laureato in Storia all’Università degli Studi di Milano.

È appassionato di politica, storia, saggistica, arte e scrittura.

Dimensioni 15 × 21 cm