Non aver paura

5.0012.00

Tommaso è un imprenditore di successo. Una donna al suo fianco, una figlia, un’azienda nel settore dolciario. Ma una dopo l’altra, le cose più importanti della sua vita sembrano sgretolarsi. Facendo l’amore con Nadia, una lancinante fitta alla tempia trasforma una serata in tragedia.
Una storia di malattia resa ancora più drammatica dalla crisi, da passaggi generazionali traumatici e dai soprusi di istituzioni e banche che dissanguano chi cerca di fare impresa.
Una tragedia contemporanea che lascia col fiato sospeso, offrendo uno spaccato di vita incredibile ma vero.

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Il caso Manzoni – Fabio Mongardi

12.00

Notte del 7 luglio 1945: in una piccola frazione della bassa Romagna vengono brutalmente sterminati tutti i componenti della famiglia dei conti Manzoni, grossi proprietari terrieri e lontani parenti dello scrittore Alessandro Manzoni.
L’eccidio, mai del tutto chiarito, provocò all’epoca forti polemiche e interrogazioni parlamentari. Ancora oggi si discute e ci si interroga sulle vere motivazioni che spinsero quegli uomini, a guerra finita, a compiere quel gesto scellerato.
A metà strada fra il noir e il romanzo d’inchiesta, il testo si cala dentro la storia, rievocando, attraverso la voce dei protagonisti, la drammatica atmosfera da guerra civile che ha insanguinato l’Italia di quegli anni.

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Non solo partigiani

12.00

“Gli alleati ci stimano, finalmente, ma gli italiani, la gente, dico, i politici soprattutto, sanno quello che stiamo facendo?”, chiese un sergente quando fummo messi in libertà.
“Alla fine di questa brutta storia, quando saremo di nuovo liberi e potremo rinascere, diranno che l’Italia è stata liberata dagli alleati e dai partigiani”, rispose il cappellano.
“Di noi niente?” – “Niente o quasi”.

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Solo parti di cielo

12.00

Questo racconto lungo nasce per denunciare un fatto realmente accaduto, ispirandosi ad esso. Racconta la malattia mentale e la vita all’interno di una casa famiglia, descrive come si vive, ciò che si perde e ciò che si conquista, semmai c’è qualcosa da conquistare.
Un incidente stradale in cui uccide una persona, trasforma in modo irreparabile la vita di Rachele: subentrano sensi di colpa e sopravviene una depressione cronica e la sindrome bipolare, che prende il sopravvento è come una bomba.
Rachele ha il coraggio di affrontare il suo passato, ha il coraggio di sperare, ha il coraggio di innamorarsi ancora e capisce che le porte della vita non sono mai chiuse a chiave.

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Ore 5:23 – Maurizio iandolo

14.00

Ore cinque e ventitré è un thriller paranormale che parla della piaga del femminicidio.
Ambientato nella provincia di Piacenza, è una carezza alla città citando alcuni luoghi caratteristici ma anche un punto di vista a tinte noir su quello che meriterebbero chi compie certi insani gesti. Dedicato a tutte quelle famiglie che hanno perso una figlia, una sorella, una madre, una cugina, una zia, una amica, perché qualcuno pensava di essere il padrone di una persona e non il partner.

Il cuore e la sfida-Storia e racconti di un’epopea – Domenico Rizzi

14.00

Una guida di carovane con un oscuro passato, contesa da due ragazze gelose; un caporale afro-americano disprezzato da un’aristocratica del Sud, moglie del suo comandante; un vicesceriffo federale innamorato della prigioniera che deve condurre a processo per omicidio; un uomo in cerca di una sorella rapita dai Cheyenne che si imbatte in una squaw della stessa tribù. Sono le trame dei racconti “La ragazza della carovana”, “Buffalo Soldier” e “Donna cheyenne”. Invece “La faida di Shawnee Fork” riporta ad una feroce contesa fra allevatori per l’utilizzo dell’unico corso d’acqua della regione, destinata ad un inevita- bile scontro armato, che sarà ancora una volta una donna ad interrompere prima che sfoci in tragedia. Il quinto racconto, “Il cuore e la sfida”, che dà il titolo all’intera antologia, rientra fra i classici della tradizione western, quel- lo dei pistoleri che si guadagnano da vivere uccidendo. Questa volta però, ci si trova di fronte ad un gunman pentito, che tenterà invano di rifarsi una vita più tranquilla con una bella ragazza messicana, prima che gli eventi lo spingano ad impugnare nuovamente le sue Colt, per riprendere la pericolosa esistenza di un tempo fino alle sue fatali conseguenze. Un libro che racconta il West della realtà, lasciando da parte la leggenda alimentata da cinema, letteratura e fumetti. Non ci sono eroi in queste cinque storie, ma piuttosto persone segnate dalla sorte, uomini innamorati di una donna o all’inseguimento di un sogno quasi impossibile e ragazze che si ribellano alle convenzioni e all’etica imperante del momento, sfidando la propria famiglia. Gli Indiani appaiono talvolta come vittime, ma anche come spietati incursori; i soldati dalla pelle nera obbediscono al loro ineluttabile destino, sperando in un giorno in cui saranno riscattati dalla misera con- dizione in cui versano; le donne relegate in un ruolo subordinato ai padri-padroni riusciranno a spuntarla, contrapponendo l’amore all’odio che ha diviso le loro famiglie in lotta. La pacificazione delle terre selvagge passa anche attraverso questi protagonisti dei quali la storia ufficiale non fa menzione, lasciando alle infinite invenzioni della leggenda il compito di narrarne le gesta.

Non mi dimentico mai di chiamarti amore – Carmelo Cossa

13.00

Ci siamo incontrati tardi, poesia, ma l’importante è averlo fatto.
Il resto è solo fantasia.
Sai, da adolescente ti studiavo a memoria e provavo a scriverti perché fu amore a prima vista. L’amore di questa storia conserverà il signifificato che ha sempre avuto: Vita!
E lo sarà per sempre.
Gli accadimenti grandi restano nel tempo e ad essi, quando si parla d’amore, c’è una continuità che non si spezza.
Io sarò sempre nei tuoi versi e tu sarai nei miei pensieri. E chissà che un giorno io e te insieme, non saremo nel cuore di chi ci legge o nei cuori di chi volesse provare a scriverti.

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LAMPADA ARDENTE– Maura Maffei

15.00

Parigi, primavera 1789

Al tramonto di un’epoca, mentre l’aristocrazia francese scivola a passo indolente verso il baratro, s’intrecciano i destini di quattro giovani assai diversi tra loro. Antain è un letterato irlandese, costretto a impartire lezioni d’inglese per mantenersi: s’innamorerà della sua nobile allieva e questa sarà la sua rovina. Anche Fursa, suo lontano cugino, è di origine irlandese e si fregia del titolo di barone per i meriti acquisiti dal nonno nella Brigata Irlandese al servizio del re di Francia. Ma è appena stato eletto agli Stati Generali come semplice deputato della borghesia. Erwan, invece, è l’erede di un marchese bretone d’antico lignaggio: il suicidio del fratello maggiore lo trasforma da stimato colonnello dei dragoni in un ubriacone. E poi ha commesso l’errore di respingere la fidanzata che gli era stata imposta e che adesso pretende vendetta. Infine c’è Léon, fresco di laurea in Diritto a Reims: il poema blasfemo e licenzioso che ha scritto gli ha scatenato contro la censura e gli ha messo la polizia alle calcagna. Con la presa della Bastiglia, tutto muta e uno solo fra loro, forse proprio quello che sembrava più distante dalla carriera politica, assumerà un ruolo tale da reggere tra le mani, nel bene e nel male, la sorte della Francia negli anni della Rivoluzione e del Terrore.

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I MISTERI DI PIACENZA-Oscuri Delitti II – Ermanno Mariani

14.50

Questo libro raccoglie casi di omicidio che suscitarono enorme clamore.Si tratta di casi indiziari dove la ricerca della verità, per investigatori e magistrati, fu molto difficile, sfuggente e dove talvolta i principali responsabili riuscirono a scampare alla giustizia o gridarono la loro innocenza al momento delle sentenze di condanna di primo grado e d’appello.
Fra i delitti ricostruiti il caso Wade, il caso Szucs, il caso del mago Marcus e altri tragici omicidi legati alla malavita albanese.
L’ originalità di queste ricostruzioni consiste nel fatto che sono di “prima mano”, l’autore seguì infatti come cronista direttamente questi casi: sul luogo del delitto, nelle aule dei tribunali, ascoltando testimoni, scattando

fotografie…

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Cavallo Pazzo-L’uomo la storia il mito – Domenico Rizzi

13.30

La storia di Cavallo Pazzo come non è stata mai raccontata, con la scoperta delle sue debolezze, delle intemperanze e di un anticonformismo spinto all’eccesso che gli impedì di diventare ufficialmente il capo di una nazione. Trascinatore di uomini, ribelle alle convenzioni e convinto di dover obbedire ad un infau- sto destino che gli era già stato rivelato dagli spiriti, il fiero combattente degli Oglala fu tra i pochi a rendersi conto della minaccia rappresentata dai Bianchi e ad adottare una nuova concezione della guerra. Finiti i tempi in cui i Sioux si misuravano sul campo con i Crow, gli Shoshone, gli Assiniboine e i Pawnee per vantarsi dei propri successi, era iniziata l’era in cui occorreva uccidere il maggior numero possibile di avversari per arginare l’avanzata dei Wasichu, la gente dalla pelle chiara che intendeva impossessarsi delle terre occidenta- li: un sogno praticamente impossibile, che poneva poche migliaia di Indiani difronte a milioni di emigranti e colonizzatori. Ma la vita di Cavallo Pazzo non si svolse soltanto sui campi di battaglia, dove il suo ardore soffocava i tormenti interiori per non essere riuscito a sposare la donna amata, ave- re perso una figlia ancora bambina, un fratello e gli amici più cari. A tale crucci si aggiungeva la desolante immagine della disgregazione dei Teton o Lakota e perfino una spaccatura in seno alla sua stessa tribù, gli Oglala, divisi da invidie e rancori e incapaci di fare fronte comune contro l’Uomo Bianco. Il vero Cavallo Pazzo, celebrato soprattutto per la vittoria di Litt- le Big Horn contro il generale Custer aveva ben poco di quanto hanno narrato decine di pubblicazioni quasi sempre incentrate sullo scontro fra Americani e nativi. Combattente per anni contro tribù nemiche, non ricoprì mai cariche politiche né incarichi militari di rilievo, diventando suo malgrado un leader di fatto dei guerrieri più determinati e corag- giosi. Quando si arrese ai vincitori nel 1877, dovette difendersi sia dalla diffidenza dei Bianchi che dalla gelosia e dalle insinuazioni della propria gente, che lo spinsero all’ultimo fatale gesto di ribellione. La sua morte lo trasformò in un mito, che la gigantesca scultura in lavora- zione da anni in una montagna del South Dakota intende perpetuare quale simbolo intramontabile dei fieri abitatori delle Grandi Pianure.

La meraviglia collaterale – Barbara Ferretti

13.10

Occorrerebbe disinnescare i conflitti irrisolti tra le persone prima ancora degli ordigni piazzati nelle stazioni e negli aeroporti dai terroristi e dalle frange estreme del potere. Ricostruire l’integrità di un essere umano significa attraversare le emozioni più basse e riportarle a un’ottava superiore; dare una direzione alla rabbia, convertire la paura in coraggio, riconoscere nella sofferenza un motore evoluti- vo, un’energia primordiale. La nostra umanità si manifesta nella “sventura di avere un cuore sensibile” che accomuna spiriti eccelsi e luminosi, emarginati e disillusi. È questo il Sacro Graal che inseguono, da prospettive diverse e spesso in antitesi tra di loro, i protagonisti di questo romanzo. A cominciare da Alessandro – l’io narrante . La sua parabola intreccia costantemente con quella di Mattia, irriverente, brillante, talentuoso. Gli eventi drammatici che segnano la sua vita ruotano attorno a un perno che, nel suo cuore, arde con la forza di un’ossessione. Gionata – compagno di Mattia al liceo – esempio di rettitudine, è l’archetipo del perdente. Brigitta – sorella gemella di Gionata – e Vanessa – la psicologa che scandaglia con cura il suo vissuto emotivo – sono le uniche realtà declinate al femminile con le quali risuonino le frequenze della sfera affettiva di Mattia, ventiquattrenne dal carisma conturbante che inscena gli irrisolti del padre – il sergente Gianmarco Colli – sfidando il baratro  e lottando pervicacemente contro i modelli uniformanti su cui è settata la società. Ma è quando decide di cambiare che Mattia riesce ad attrarre il mondo cristallino di Gionata realizzando il proprio desiderio di libertà e attivando quella modalità dello sguardo che, nonostante il vento contrario, è sempre in grado di focalizzarsi sulla bellezza in- concussa

delle cose.

Quel onda divide– Maura Maffei

14.25

Ciara lavora come decoratrice nella rinomata fabbrica di porcellane di Belleek e si sente da sempre come “una semplice spiga di lavanda tra le rose opulente”.È la sorella di un prete cattolico e, da un anno, èfidanzata con uno straniero: si chiama Stefano, è italiano e, a sorpresa, l’ha chiesta in moglie,mutando il suo grigio destino in un sogno. Ma il giorno fissato per le nozze, mentre una folla di curiosi mormora in chiesa, lui non si presenta e Ciara rimane sola davanti all’altare. Ferita e umiliata, a questo punto pretende una spiegazione e decide di affrontare l’uomo che l’ha ingannata. Parte così per Glasgow, dove Stefano vive. Ciò che scoprirà non sarà un banale tradimento ma il dramma di migliaia di italiane e di italiani che, allora, vivevano da emigrati nel Regno Unito e che Maura Maffei, dopo “Quel che abisso tace”, torna a narrarci in un potente e commosso affresco.

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L’epurazione dei fascisti in Italia nel secondo dopoguerra – Edoardo Pivoni

13.00

Ben documentato, ampliato tramite fonti d’archivio e numerosissimi volumi e approfondimenti storiografici sulla giustizia penale, il dopoguerra, la società italiana, il fascismo e tanto altro, questo saggio non vuole affatto ricorrere alla retorica dei “buoni” o dei “giusti”, ma analizzare e affrontare con passione e interesse uno dei capitoli più centrali della storia nostra nazione.

L’uomo dal naso d’argento – Fabio Filippi

12.35

Le ricerche partiranno da Praga, città magica e capitale asburgica del Sacro Romano Impero che sotto Rodolfo II fu il crocevia culturale di artisti e alchimisti. Anche tra le mura del castello Hradčany, che custodisce opere raffinate di grande valore, si nascondono i segreti di quella morte sospetta. I due amici seguiranno le tracce utili e gli indizi per mezza Europa. In Danimarca, dove lavora l’astronomo Longomontano, in Polonia alla corte della principessa Anna Vasa dove, pare, sia custodito un diario di un parente del grande astronomo. Una corsa contro il tempo e contro gli eventi che stanno maturando. Le divisioni religiose e politiche diventeranno poi insanabili e porteranno, di lì a poco, alla guerra dei trent’anni che dilaniò l’Europa in una delle guerre più devastanti e lunghe della sua storia.

Portrait – Davide Forte

13.00

Il viaggio di un’identità, quella sarda, che si cristallizza coll’avanzare del tempo; un unico protagonista che attraversa due secoli per spaccarli, che pianta una lancia nei complessi meccanismi che fanno muovere il mondo per renderlo quasi apparentemente statico e fuori dal tempo stesso, com’è d’altronde lo scorrere della vita in Sardegna. Un viaggio in cui la vita e la morte, l’estasi e la noia, l’amore e l’odio, l’unione e la solitudine si prendono a braccetto e si mischiano senza che vi sia discriminazione e differenza.

Storie da un altro mondo – Davide Forte

12.35
Leonardo, di origine sarda, ma fuggito in gioventù dall’isola nel tentativo di lasciarsi alle spalle il suo passato, è il giornalista incaricato per questo compito. Ritrova sopra la scrivania del suo ufficio un plico contenente un dossier, in esso tutta una serie di articoli che narrano le vicende di una famiglia di pescatori accadute ormai da più di vent’anni.
“Continuo a sfogliare quelle carte […] e mi rimbalzano in testa le stesse parole: tre fratelli, un ragazzo, autistico, occhi blu, una ragazza, Blu, una minorenne, un morto, una violenza, un maggiorenne, la sorella, Roberto, Laura, il mare, la pesca, blu, un fucile.”
Nella difficile costruzione del suo articolo Leonardo, che prima di allora non aveva nessuna intenzione di tornare in Sardegna, deve fare i conti con i ricordi, i suoi, che affiorano con maggiore insistenza ogni minuto in più di permanenza in quei luoghi e che gli permettono, in maniera violenta, di ricongiungersi con la propria identità.
“Dopo aver parcheggiato ci dirigiamo ai piedi di una lunghissima scalinata […].
C’è già un po’ di gente e loro conoscono alcuni e li salutano, ma alcuni conoscono altri che ci vengono presentati e alla fine tutti ci conosciamo, persino io, che forse non conosco neanche me stesso, ma, a furia di sentire chi sono dagli altri che mi presentano ad altri ancora, una qualche idea di me, forse, me la sono fatta.”