INTERVISTA A OLIMPIA MARIALDA SPEZIALE

Tra PICASSISMO, TEORIA DELLE LINEE e vita della scrittura.

 

Entro nel piccolo appartamento della scrittrice, mi fa accomodare nel salottino, anche se sembra più una libreria. Ma và? Una autrice che si circonda di libri, strano…

C’è un vecchio pianoforte a muro, un po’ ammaccato, e più nascoste, le custodie di due chitarre e di un violino. Ama la musica? “Sì” mi risponde Olimpia, “purtroppo con mediocri risultati… probabilmente è la musica che non ama me!” Questo sua battuta le avevo promesso di non scriverla…

Prima di sederci sul divano riesco pure ad inciampare su un trampolino per esercizi, questo sì è strano, ma la signora mi rassicura:

– Quando vado a camminare in montagna mi capita di avere le gambe un po’ imballate e quindi devo distendere i muscoli saltando un po’…. Fa bene inoltre alla circolazione.

Una volta seduto, guardo fuori, attraverso la porta a vetri e vedo solo tante nuvole attorno, ormai sono due giorni che piove intensamente.

– Peccato – mi dice lei – avrebbe potuto vedere tutto il paese di Lezzeno che viene spinto dalla ripida montagna ad affondare nel lago! –

La guardo e non capisco e continua:

– Questo invece lo può scrivere nell’intervista!

 Di cosa parla il suo nuovo libro?

 No per favore! Non voglio che mi si chieda questo…

 Oddio ho detto qualcosa di sbagliato?

 No si figuri! Ma non voglio che mi si chieda di cosa parla il libro!

 Ma scusi, l’intervista era per l’uscita del suo nuovo libro… e non devo chiederle di cosa parla il libro?!

 Esatto, se non si offende, naturalmente, vorrei che Mi chiedesse COME è scritto il libro…

 Suppongo in italiano!

(mi permetto una battuta)

 Certamente, intendevo dire in che modo è scritto il libro… l’estetica del libro ecco!

 Va bene, ho capito…

(no, in realtà non ho capito molto, ma incoraggio la signora a parlare standomene zitto)

 Mi spiego: ho trascorso almeno quarant’anni a riflettere su COME avrei dovuto scrivere un buon libro, il COSA sarebbe stata la parte più semplice…

(faccio un cenno d’assenso con la testa fingendo di aver capito)

 Secondo me, io ogni epoca storica è importante che la scrittura in sè ne rifletta le caratteristiche… di modo che il lettore col la sua percezione della vita reale si ritrovi sulla stessa lunghezza d’onda nei miei libri!

 Ho capito cosa vuole dire: parla delle varie correnti letterarie che si sviluppano a partire da Dante: STILNOVISMO, CLASSICISMO, ROMANTICISMO, VERISMO, NATURALISMO, DECADENTISMO, CREPUSCOLARISMO, POTMODERNISMO… mi scuso se ora mi ricordo solo queste.

Esatto! Chi meglio degli esempi che ha appena fatto sono in grado di spiegare il senso dell’estetica?

Va bene: quindi in parole povere, se ho capito bene, lei ad esempio sostiene: nel periodo dei cavalieri e dei riti cavallereschi occorre SCRIVERE IN STILNOVISTA, nei luoghi invece della povera gente occorre scrivere IN VERISMO, nel periodo della fine della Belle Epoche occorre scrivere IN DECADENTISMO, ecc…

 Ci siamo, centrata in pieno la questione, bravissimo!

 Grazie.

(questa intervista mi sta iniziando a preoccupare un po’… ma la domanda ho il dovere di fare, da vero giornalista)

 Signora Olimpia, mi scusi, ma lei esattamente in che cosa scrive?

(mi sorride, capisco finalmente di avere fatto la domanda giusta)

 IN PICASSISMO!.. almeno credo…

Rimango un attimo incerto…

 PICASSISMO sta per…

 Picasso… a me piace il suo modo di far vedere su una superficie piatta i diversi lati e angoli di un soggetto tridimensionale: nei suoi quadri posso vedere il davanti e il dietro, le parti laterali… e a volte le parti nascoste, anche in modo sovrapposto e arbitrario: tutto ciò a me sembra una presa di coscienza di una realtà vista però simultaneamente in tutte le sfaccettature che vuole darle l’artista!

(non sono così esperto d’arte, ma mi permetto di controbattere)

 Ma allora è CUBISMO…

 Forse… ma mi piaceva l’idea di associare alla mia scrittura anche un po’ lo spirito focoso, veloce meccanico, immediato di contrasto, Marinetti… insomma: il PICASSISMO sta’ a metà strada tra CUBISMO e FUTURISMO. Ma questo gioco di -ISMO serve solo in realtà ad indirizzare meglio il lettore nel momento in cui si appresta a leggere i miei libri; infatti, c’è anche un po’ la contaminazione del POSTMODERNISMO…

(mi rendo conto di essere rimasto a questo punto un po’ a bocca aperta, per fortuna la mia interlocutrice è un fiume in piena)

 La scrittura, anzi l’estetica della scrittura, nel corso della storia ha avuto i diversi passaggi stilistici di cui abbiamo accennato prima. Ma io mi chiedo: in questo momento storico, proprio oggi insomma, cos’è la scrittura?

 Non è un po’ presuntuoso da parte sua…

 Certamente lo è… ma solo perché quando si parla di libri pubblicati di recente, ho l’impressione che si chieda solo al suo autore di cosa parli il libro… per me è altrettanto importante la domanda: “Come è scritto il libro?”

Ho capito cosa intende: la scrittura stessa deve essere portatrice dei caratteri del periodo storico che stiamo vivendo…

 Esatto! È per questo che ho sempre in mente una linea del tempo, che parte da lontano e continua ad andare avanti…

 Questo concetto ci riporta alla teoria delle linee a cui mi aveva accennato prima di procedere all’intervista vera e propria…

 Sì, ho voluto dare questa famosa linea anche un altro significato, le faccio l’esempio pratico dei libri che sto scrivendo: i “Racconti di montagna” è il libro dell’infanzia, non solo perché vi sono i ricordi del tempo della fanciullezza ma anche perché il modo in cui sono scritti sono lineari, il lettore qui non ha sicuramente sorprese, la scrittura è la stessa in tutto il libro: l’infanzia per me è una linea dritta e continua.

Non così invece per i “Racconti del lago”, qui troviamo l’adolescenza, con i suoi numerosi sbalzi su e giù, qui lo stile è movimentato e variegato, anche attraverso i contenuti stessi dei racconti che a volte sono profondi e altre superficiali, la linea qui per me, è come quella di un elettrocardiogramma…

 E “Le quattro valige nere”?

 Quello è il periodo pensato della gioventù, dei grandi ideali: si esce dal gruppo familiare e degli amici e si scopre che c’è tutto un mondo intorno, pazzesco e complicato…

 Questa volta qual è la linea?

(sorride, ormai ha decisamente catturato la mia attenzione)

 Il labirinto, perché è facile perdersi, è facile che si torni sui propri passi, è facile incontrare dei muri altissimi che ci sbarrano la strada.

 E non solo in senso figurato!

 Certo! E solo una volta usciti dal labirinto, naturalmente per chi riesce ad uscire, si arriva alla maturità. Questi miei libri della gioventù, anche graficamente, cercano di rispecchiare un labirinto, con parti inserite come trafiletti giornalistici, parti prettamente storiche, parti senza titolo che sono quelle del romanzo ovvero della storia raccontata vera e propria; l’idea è che il lettore, essendoci tre piani narrativi ben distinti, possa scegliere cosa leggere, saltando le pagine e poi ritornando indietro, senza che perda il senso generale del libro, anzi, dando lui stesso il SENSO AL LIBRO!

(mi prendo un attimo e respiro, cercando di fare il punto e scoprire di più sulla linea…)

I= Quindi dopo “Le valigie” cosa ci sarà?

 Calma calma, intanto vorrei arrivare a pubblicarle tutte e quattro, poi ci sarà, spero, “La valigia rossa”, perché, non dimentichiamoci, gli ideali della giovinezza, in Italia, si colorano soprattutto di nero o di rosso…

 Ma la linea, io vorrei sapere qual è la linea della maturità… ci ha già pensato?

 Sì, è la linea che amo definire “di Fibonacci”…

 Intende il matematico della sequenza dei numeri 1 2 3 5 8 13 …. Ho capito, si tratta della spirale!

(mi sorride con complicità).

Il tempo dell’intervista è passato in un baleno.

Ci salutiamo e ci ripromettiamo di rivederci nel caso vengano pubblicati altri libri.

Incrocio le dita per Lei.

                                                           BROMS

OLIMPIA MARIALDA SPEZIALE 4 LIBRI LL’ATTIVO:

Racconti di montagna,

Racconti del lago,

Le quattro valige nere, prima valigia: I cavalieri del gran consiglio,

Le quattro valige nere, seconda valigia: Lord Britannia.

Le quattro valige nere, terza valigia: I Diari del Conte.

Le quattro valige nere, quarta valigia: I due Re