Gianni CarottiGianni Carotti è nato a Cremona a fine agosto del ’44, in piena “guerra civile”. Benché avesse conseguito la maturità classica, si è laureato – forse per colmare un vuoto di conoscenza o più semplicemente per improntitudine giovanile – in ingegneria elettrotecnica al Politecnico di Milano, avendo frequentato il biennio propedeutico a Pavia, dove è stato alunno dell’Almo Collegio Borromeo. La letteratura e la frequentazione dei letterati sono però stati un suo chiodo fisso e così a sessant’anni suonati, dopo aver molto letto ed ascoltato, ha avuto l’arroganza di pubblicare il suo primo romanzo Glicini e sangue ( edizioni Ibiskosos), cui hanno fatto seguito la raccolta di racconti L’occhio di Samuele e la saga familiare Queste ombre lunghe – un affresco storico tra la seconda metà del XIX secolo e la prima del XX – entrambi editi da Campanotto. Ora si aggiunge questo “noir” la cui vicenda si snoda tra Piacenza, Milano e Firenze, passando dal Medio Oriente e dall’Afghanistan.

A proposito di Clelia

12.00

Fabrizio è un uomo di mezz’età, reduce da un doloroso divorzio e costretto ad una vita da single, monotona e ripetitiva. Travolto da un muro di nostalgia, decide di ritrovare Clelia, una donna conosciuta ed amata appassionatamente vent’anni prima a Firenze e poi scomparsa senza lasciare traccia. Forse per potersi riappropriare del furto patito nella sua giovinezza oramai perduta, inizia un’indagine appassionante e incalzante, nel corso della quale, fra incontri con personaggi ambigui e inquietanti – quasi spettri pallidi e impalpabili giunti dall’aldilà – e indizi sempre più attendibili, si profila l’esistenza di un futuro avvenimento, grave e inaspettato.

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