Nata a Torino, laureata in giurisprudenza, oltre a gestire un proprio blog da 10 anni (mariateresarossitto.it), Maria Teresa Rossitto è impiegata, giornalista e pubblicista.

Nel 2012 ha pubblicato un libro di racconti intitolato Vite Sospese sia in formato cartaceo che in ebook. Nel 2016 esce il suo primo romanzo, Schopenhauer 24, per le edizioni Arca  di Torino. Del 2019 è Il peso della colpa edito da Convivio editore. Nel 2021 esce Ultima chiamata da Buenos Aires in formato cartaceo e in ebook per Edizioni Yume Torino, un romanzo di inquadramento storico con personaggi di fantasia.

Lettere dal confine orientale – Maria Teresa Rossitto

13.00

Per troppo tempo, per ragioni storiche e politiche, il silenzio ha privato gli istriani di un corretto giudizio. Per troppi anni sono stati considerati profughi fascisti che si dovevano vergognare di essere fuggiti dalla nascente Repubblica Federale Iugoslava, ultimo baluardo del confine del blocco sovietico. Il muro del silenzio, mai veramente ermetico, è stato rotto a più riprese dalla destra italiana. Poche personalità provenienti dalla sinistra, passati i decenni, hanno alzato la voce in difesa di una verità scomoda al Partito Comunista Italiano. Associazioni dalmate istriane ne sono nate tante, ma difficilmente hanno avuto quella visibilità a livello nazionale che le vicissitudini della diaspora avrebbero meritato. A pochi il nome di Vergarolla evocherà qualcosa, anche se fu un’immane tragedia in cui molti polesani persero la vita. Per molti di noi, il ricordo che Trieste ritornò Italiana a due lustri dalla fine della guerra è un ricordo flebile, scolastico e, forse, retorico.